Premonizioni Sogni Premonitori 3
Premonizioni Sogni Premonitori Voci di Dentro Testimonianza terza parte
Premonizioni Sogni Premonitori : si conclude oggi, con la presentazione della terza parte, la testimonianza di Carlo Voci di dentro; Carlo ci ha raccontato del suo sogno premonitore e delle esperienze che poi maturarono; ci ha raccontato della presenza sentita accanto a sé nel momento dell'incidente poi ci ha descritto un nuovo sogno premonitore e il periodo di malattia e il suo miracolo; continuiamo ad ascoltarlo.
La prima parte pubblicata è all'indirizzo:
La seconda parte pubblicata è all'indirizzo:
4 parte, le coincidenze
Si intende per coincidenza, un fatto accidentale e casuale, che avviene in modo inaspettato.
Una coincidenza non prova una relazione causale o ne richiede una. Dal punto di vista statistico le coincidenze sono addirittura inevitabili e, spesso, meno casuali di quanto possano apparire istintivamente.
Questo, ridotto ai minimi termini, è il pensiero scientifico riguardo alle coincidenze, ma ritengo, secondo la mia modestissima esperienza, che le cose non stiano proprio così.
Devo, senza ombra di dubbio, la mia vita stessa, all’ennesima e giusta interpretazione di un messaggio rivoltomi per amore da una dimensione che spesso non riusciamo a percepire, presi dalle mille preoccupazioni del quotidiano, dalle angosce delle nostre apparenti solitudini.
Sono dunque queste le coincidenze, dei piccoli o grandi aiuti, non sempre spiegabili con l’umana logica, a volte non voluti, altre volte condizionati dalle nostre scelte, eppure sempre, palesemente risolutivi.
Dopo avere acquisito consapevolezza di ciò, ho iniziato a fare maggiore attenzione a tutto quello che nel tempo mi era capitato e sino ad ora è continuato ad accadermi con sempre maggiore frequenza ed intensità e, da una disamina del mio percorso, ho ripreso alcuni chiari episodi, delle nitide fotografie che il tempo non riesce a sbiadire.
C’era stata una vera e propria alluvione quel giorno nella mia nuova città pontina, le auto erano tutte in difficoltà, le ambulanze ed i mezzi anfibi dei Vigili del Fuoco si davano un gran da fare, ma l’acqua continuava ad inondare le strade, non ne avevo mai vista tanta. Io stavo cercando di rientrare a casa, ma la mia vettura nuova di pacca, si spense, e nonostante i ripetuti tentativi, non accennò a mettersi in moto.
L’acqua stava cominciando a penetrare dalle guarnizioni inferiori delle portiere e la situazione si era fatta alquanto difficoltosa. A quel punto mi rivolsi con forza e disperazione a mio padre, che già da qualche tempo mi aveva lasciato, e certo del suo aiuto riprovai ad avviare il motore. Che coincidenza … l’auto si mise in moto all’istante ed al primo tentativo e giunsi così a destinazione, superando molte altre auto in panne.
Vi sarà certamente capitato di perdere delle cose e ritrovarle poi nei modi più impensabili, ebbene è proprio quello che è capitato anche a me, solo che, come al solito, non credo sia stato proprio un caso.
Un’intera famiglia mobilitata alla ricerca delle chiavi di casa, e, passato meticolosamente al setaccio l’appartamento, con tecniche da fare invidia ai migliori investigatori, dovetti convincermi dell’irreparabile perdita che avrebbe comportato il cambio della serratura blindata ed altre svariate rogne. Prima di addormentarmi pensai che forse qualcun altro avrebbe potuto aiutarmi ed attesi gli eventi. Lungo il tragitto per recarmi al lavoro ripensavo al fatto che quelle chiavi non potevano essere sparite, le riponevamo sempre nello stesso posto e nessuno le portava con se perché fungevano solo da servizio interno. Iniziai la mia giornata di lavoro e come al solito aprii la borsa per prendere l’occorrente, stavo appunto raccontando l’episodio ai colleghi piuttosto innervosito, quando il mio viso impallidì, le chiavi erano letteralmente ricomparse nella mia 24 ore. Ero letteralmente sbalordito, ma intimamente certo di quello che era accaduto. Quelle chiavi non dovevano trovarsi li, non c’erano mai state, e, ad ogni modo, la valigetta era stata attentamente da me ispezionata sino alla sera prima. Che coincidenza!
Non so cosa si possa pensare delle premonizioni, se fossi un epicureo convinto, risponderei empiricamente che si tratta, ancora una volta di mere e banali coincidenze, ma ritengo proprio che non sia così.
Sembrerebbe che fatti verosimilmente ascrivibili alla categoria delle premonizioni siano di esperienza più o meno comune, ed io descriverò un paio di episodi di cui sono stato protagonista di recente.
Mi trovavo a bordo della mia autovettura, e senza alcuna apparente ragione ho avuto una visione “ad occhi aperti” durante la quale ho visto esattamente altre due auto collidere frontalmente. Tutto è durato pochissimi secondi, ed all’istante, dopo poche centinaia di metri, innanzi ai miei occhi si è concretizzata la scena vissuta prima. Ho osservato esterrefatto quanto stava accadendo e, sinceratomi che gli automobilisti coinvolti non avessero avuto bisogno di aiuto, ho ripreso il percorso. Durante l’episodio, non ho mai perso il controllo del veicolo né subito alterazioni di coscienza.
Analogo episodio si verificava poco tempo fa.
Mi trovavo sul divano di casa, durante la siesta pomeridiana, dopo un paio di ore avrei dovuto riprendere il treno per Roma, ero rilassato, ma assolutamente sveglio, quando ad un tratto ho visto nella mia mente l’immagine di un uomo che a bordo di un vagone ferroviario stava aggredendo delle persone ed io mi trovavo nello stesso posto pensando a cosa fare per fermarlo. Ancora una volta pochi secondi di spot ben impressi nella mia mente. Dopo poco, salutai mia madre e mi accinsi a recarmi alla stazione ferroviaria, presi la metropolitana e durante un cambio di treno notai un uomo che, sceso dal vagone dove mi trovavo, in evidente stato di alterazione mentale, cominciò a percuotere alcuni cartelli pubblicitari. Non feci molto caso a ciò, salii sull’altro treno e, per qualche secondo, non vidi più l’uomo. Dopo qualche istante ecco ricomparire il giovane, era venuto a sedersi, per modo di dire, nel mio stesso scompartimento, ed io ero in piedi proprio di fronte a lui. Fu in quel momento che ricollegai le immagini precedentemente viste a casa con quello che mi stava accadendo e, tutto coincideva alla perfezione. L’uomo comincio a spogliarsi ed infastidire i passeggeri, brandendo una maglia e sputando sui sedili, io controllavo la situazione pronto ad agire se ve ne fosse stato bisogno, poi mi si avvicinò guardandomi negli occhi ed io non feci un passo, si allontanò da me diretto in un altro scompartimento. Sceso alla stazione centrale, l’uomo venne preso in consegna dai miei colleghi i quali ben conoscevano il soggetto che sembrava essersi calmato, mi avvicinai a loro e compresi la situazione evitando di procedere oltre. Salendo le scale mobili pensai a quello che mi era accaduto, veramente strano, oppure no!
Aiutare gli altri è il modo migliore per ricevere energia positiva! Questo è ciò che penso ed è quello che nel mio piccolo, anche per scelta professionale, cerco di fare, sebbene non sia sempre un operazione semplicissima. Nella storia che segue, userò dei nomi di fantasia per tutelare le persone che ne sono le vere protagoniste.
Ognuno di noi, durante la vita, ha avuto un amico del cuore o un’amica del cuore, e anche mia figlia ne ha avuta una con la quale tuttora conserva uno stretto legame affettivo. Le strade si sono separate da poco per le scelte di studi, ma non solo, Anna, questo è il nome della protagonista, ha perso la madre da pochi mesi, per noi è stato veramente un grande trauma ma per la figlia un vera tragedia.
La perdita di questa splendida mamma, una vera e propria amica e maestra di vita per Anna, ha rappresentato anche per me motivo di grande turbamento. Ho pregato tantissimo perché le fosse salvata la vita e, quella sera, non riuscii a trattenere le lacrime dentro la Chiesa, quando avvicinandomi ad una suora, ma in realtà sembrava che lei mi stesse aspettando, le chiesi se avesse potuto darmi una medaglina da portare ad un’ammalta grave. Lei aprì per me una specie di negozio che si trovava accanto ad un reliquario e mi porse un’immagine di Santa Maria Goretti, raccomandandomi di appoggiarla e benedirla sulla teca ove riposa la Santa e farla così indossare all’ammalata. Io eseguii tutto alla lettera, lasciai delle intenzioni di preghiera scritte su un fogliettino e con grande emozione mi allontanai. Feci chiamare Anna da mia figlia e le dissi di aspettarmi, giunsi presso la sua abitazione e sceso dall’auto le andai incontro, cercai di consolarla e le diedi la medaglina raccomandandomi di pregare per lei.
Tutto questo non era servito, quella giovane madre, Maria, era morta ma io non mi ero rassegnato, sapevo che avrei avuto ancora un compito da svolgere. Sentivo dentro di me le intenzioni di Maria, la sua preoccupazione per la figlia ed in quel momento il messaggio che ricevevo era quello di trovarle un lavoro stabile e serio che l’aiutasse a superare quel distacco. Non ci volle molto a far avverare quel desiderio e, dopo circa una settimana, davanti alla mia scrivania, seduto di fronte a me, “per pura coincidenza”, si trovava un manager, serio ed educato, amministratore delegato di una floridissima azienda del posto.
Ovviamente lui era nel mio ufficio per questioni di lavoro e, quindi, mi stava spiegando con grande attenzione una serie di fatti attinenti a ben altre questioni che a me, in verità, in quel momento, non interessavano più di tanto. Fu allora che preso dal solito istinto, lo interruppi senza paura, mi scusai per il brusco cambio di rotta, e gli chiesi se avesse potuto aiutare una giovane ragazza che aveva perso la madre ed aveva bisogno di trovare un pò di serenità, vista anche la situazione di difficoltà economica che stava affrontando il papà.
Io non conoscevo il mio interlocutore, ma sapevo che in quel momento era stato scelto quale inconsapevole strumento benefico per compiere quelle che io chiamo “ missioni superiori”. Lui comprese benissimo la situazione e non ci volle molto tempo perché io ed Anna ci trovassimo presso la sua azienda, qualche giorno dopo, a trattare della sua assunzione definitiva con ottime prospettive di carriera.
Anna oggi non è ancora serena, ma certamente è più al sicuro e forse verrà il momento che io le spieghi alcune cose, la madre invece, credo che stia continuando il percorso scelto non perdendo di vista i suoi cari.
Io sono ancora più forte di prima!
5. Non siamo soli
Aiutare gli altri, paradossalmente, è quasi un atto di egoismo, perché serve soprattutto ad aiutare noi stessi nel nostro percorso di vita.
Le mie modeste esperienze mi inducono a ritenere che il ritorno di energia positiva che ci viene regalato quando operiamo per il bene nei confronti del nostro prossimo, è tale che quasi converrebbe sempre comportarsi secondo determinati canoni.
In questo ginepraio che è la vita, non siamo certamente soli come ho detto, ma oltre ad essere aiutati da entità certamente a noi superiori, siamo parimenti sostenuti dai nostri simili che intendono perseguire la strada del bene.
Sono convinto che ognuno di noi, se si rende disponibile a questo compito, può affinare la parte spirituale che lo contraddistingue, divenendo anch’egli un "angelo senza ali", seppure limitato dai suoi innati istinti e condizionato dal male che, purtroppo è dentro di noi.
Credo che il male e la sofferenza siano il prezzo che gli esseri umani debbano pagare per la loro libertà di agire. Un libero arbitrio quindi, condizionato dalla lotta contro il male, ma dono immenso perché ci consente di essere unici, parte di quell’assoluto che ci appartiene e dal quale siamo momentaneamente distaccati.
Ecco, dunque, perché siamo presi da questi strani e contradditori istinti, a volte bassi e violenti ed altre volte puri e salvifici.
Ognuno di noi compie apparentemente da solo questo breve cammino sulla terra, tortuoso, pieno di ostacoli, attanagliato da mille umane paure, ma può scegliere di rendere la strada più sicura guardando in fondo a se stesso e prendendo coscienza delle proprie potenzialità.
Siamo tutti figli dell’Assoluto.
Comprendere il senso anche delle piccole cose intorno a noi, ci rende più forti, al punto che quasi nulla può sembrare impossibile.
Non siamo in realtà soli, basta ascoltare e non solo udire, osservare e non solo guardare, vivere la vita con la fantasia dei bambini per far si che i sogni diventino veramente realtà.
Praticare la lealtà, l’onestà, costa sacrificio, ma ripaga sempre, e ciò che sembra non avere senso su questa terra ne avrà altrove dove siamo destinati.
Io ringrazio Dio per ciò che mi è stato concesso e voglio ripagarlo del suo amore per me cercando di adoperarmi, non sempre riuscendovi, in quello che suo Figlio ci ha insegnato.
Fa tu ciò che ritieni debba essere fatto, mettendoti sempre in gioco, senza attendere che gli altri facciano per te e vedrai che lungo la strada non ti troverai da solo ed il tuo sforzo non sarà risultato vano!
Carlo
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