Angeli, le Guide Angeliche al gruppo di preghiera Amore e guarigione, messaggio
Le Guide Angeliche dettano a Lidia al Gruppo di preghiera Amore e guarigione di Catania
10.05.2011
Un saluto a tutti voi, fratelli diletti. Vengo con tutta la benevolenza che il mio spirito può comunicarmi - ed è di questa benevolenza che potete fidarvi, in ogni attimo della vostra vita terrena e in tutte le altre esperienze dello spirito.
Un colloquio spirituale, un colloquio d'amore che si è instaurato tra due o più esseri ha una sua prosecuzione logica, un continuum che nessun evento può fermare, può interrompere e, quindi, né la morte del corpo fisico, né le altre esperienze nelle dimensioni più sottili, faranno dimenticare questo amore, il feeling amoroso che lega due o più spiriti, due o più esseri.
Come sulla Terra, da bambini, vi sentite protetti e sicuri fra le braccia di una madre, alla stessa maniera noi ci poniamo accanto a voi per l'eternità. Diciamo che è un compito affidatoci dal nostro Creatore e Signore ma è anche un piacere, un godimento del nostro Spirito affiancarvi e tributarvi amore, rispetto e devozione.
Nel mondo dello Spirito le cose vanno in maniera diversa di quanto avviene su questo Pianeta, fra la vostra gente. I nostri valori, i nostri ideali sono parte integrante col nostro vissuto e se alla base di questi ideali c’è l'amore fraterno, tutto ciò che si sviluppa - da questa base - porta ad una proliferazione e ad un innalzamento del concetto dell'amore, cioè a dire un affinamento sempre maggiore, sempre più intenso del modo di sentire e di dare amore.
Anche questo concetto può essere di difficile introiezione per voi fratelli umani che non avete ancora sperimentato la dimensione dell'amore nella sua totalità, nella sua onnicomprensività. Per voi l'amore è dare un contributo, dare una parola, un sorriso ad un altro fratello nel momento del bisogno. A volte può essere amore per voi sacrificare un proprio e legittimo desiderio per far felice un'altra persona: tutte queste sono espressioni, aspetti dell'amore ma non sono la totalità dell'Amore.
L'evoluzione della coscienza, l'iter spirituale ha questa finalità, lo scopo specifico di prepararsi, di rendersi idonei alla comprensione dell'amore totale e alla sua estrinsecazione. La vostra quotidianità vi porta spesso fuoristrada da quello che è l'orientamento specifico dello spirito ma anche queste digressioni sono utili e necessarie se ben capite, se ben comprese, per farvi ritornare, per farvi poi riprendere il giusto cammino.
Qualcuno si chiede: “Come si fa a comprendere, a fare propria una esperienza dolorosa, mortificante?” La comprensione comincia a partire dall'annullamento dell'ego e nell' annullamento dell'ego vengono riproposti tutti gli altri fratelli, tutti gli altri esseri con cui si è in contatto e che hanno generato, hanno messo in atto quel tipo di esperienza. Si impone, dunque, la riflessione, una riflessione molto attenta, molto profonda di tutti i moti e gli stati dell'animo che quella esperienza ha messo in atto, ha provocato.
Vi dico, fratelli: perché qualsiasi sofferenza dell'anima o del corpo non vada vissuta inutilmente, non sia vana per l'apprendistato dello spirito, bisogna sviluppare al massimo la comprensione e quindi il riconoscimento dell'importanza, della necessità di ogni esperienza.
Noi siamo qui al vostro fianco per suggerirvi le modalità più giuste, le modalità più spedite per raggiungere la comprensione totale di una o più esperienze. E siamo anche al vostro fianco perché possiate soffrire molto meno nell'affrontare un episodio doloroso che potrebbe dilaniarvi l'animo. Il nostro amore è la panacea per tutte le vostre delusioni, per tutte le incomprensioni che, senza volerlo, sono suscitate dai vostri fratelli.
La vita dello spirito è da considerarsi come un continuum senza interruzioni, senza stacchi; pertanto la morte, la morte fisica, non rappresenta, né deve rappresentare quella frattura, quel salto nel buio che qualcuno immagina. La vita dello spirito incomincia da un essere primordiale, unicellulare, e man mano all'evoluzione della specie segue l'evoluzione dello spirito. Trattandosi dell'essere umano gli aspetti cambiano da un primo gradino quasi di similitudine con l'animale fino a raggiungere uno stato dell'essere, uno stato evolutivo di stampo angelico, di grande illuminazione. Non considerate mai quello che succede in una incarnazione come un completamento di programma, avulso da ciò che succede nelle altre dimensioni. Diciamo che è uno snodarsi armonico di esperienze, di stati di coscienza tra loro collegati, ma sempre più profondi, sempre più elevati nel sentire l'amore e nel dare amore; e per dare amore e sentire l'amore bisogna avere dimenticato il proprio ego, il proprio egoismo.
L'ego che sopravvive è l'Ego spirituale, quella connotazione unica che Dio ci ha dato e non quella della personalità che ogni uomo ha strutturato!
Qualcuno pensa che annullando la propria personalità, seguendo un percorso spirituale possa annullare se stesso, diventare una cosa, una nullità.
Questo fratello o questi fratelli sono in errore perché ciò che si perde apparentemente si riconquista, in maniera esponenziale, in gioia di vivere, in benessere, in armonia.
Qualcuno pensa che se non si fanno propri i valori e gli ideali della società contemporanea si viene allontanati, emarginati e perciò non si riceve quel calore umano di cui si ha tanto bisogno. Io chiedo a questi fratelli: “È veramente questo il calore umano che la società può dare e di cui avete tanto bisogno?”.
L'amore va ricercato e trovato nel rapporto tra cuore e cuore, tra individuo e individuo, al di fuori e al di là di ogni prototipo di importanza, di bellezza, di ricchezza, di notorietà. Così si ricerca l'amore: non facendosi guidare e assoggettare dai falsi valori effimeri di una moderna società! Qual è, dunque, la società ideale, la società perfetta? Quella che ha raggiunto e ha fatto propri i valori condivisi dalla collettività, per il bene di tutta la collettività. Se, a volte, le parole così allettanti di alcuni uomini potrebbero ingannarvi, non vi fermate alle parole; sentite, cercate di sentire chiaramente le motivazioni alla base di esse; e poi guardate alla concretezza, cioè a dire a che cosa corrispondono, nella vita pratica, quelle parole: il riscontro pratico, oggettivo, è importante! C'è un detto del Cristo che vi voglio ricordare: "L'albero si vede dai frutti che produce". L'albero buono dà frutti buoni, l'albero malato non produce frutti, oppure produce frutti malsani.
Ciò non significa - da parte nostra - volervi spronare a diffidare del comportamento, delle parole dei vostri fratelli, piuttosto a sviluppare il discernimento che non è giudizio, che non è critica. Lo sviluppo anche di questo elemento si presenta molto difficile e laborioso; è nel corso della vita, attraverso le esperienze dolorose, subite, o le esperienze che abbiamo fatto subire ad altri, che si sviluppa il discernimento. Esso è come una guida interiore che fa capire, intuire immediatamente il pensiero che guida le parole e le azioni dei nostri e dei vostri fratelli. Da questa idea così chiara, così sicura si provvede poi ad orientare, a dare una prosecuzione alla propria vita, ad avere, quindi, chiaro il rapporto con gli altri senza pregiudizi e senza delusioni. Cioè a dire si arriverà a pensare, ad essere certi di accettare un fratello per quello che è e non per come egli vorrebbe apparire.
Le nostre parole, i nostri consigli sono sempre dettati dal volere il vostro bene, dal volere alleggerire qualche elemento pesante della vostra vita, soprattutto nei conflitti interiori con voi stessi e con gli altri, perché proprio queste sono le problematiche più grandi, più importanti da prendere in considerazione, anziché le banalità, gli aspetti mediocri del vivere a cui date tanta importanza. I problemi relazionali con voi stessi e con gli altri sono determinanti e devono essere affrontati per poter essere capiti, compresi e trascesi e perciò non riproponibili più in altre esistenze. Questo ambito della vostra vita è importantissimo e prioritario fra tutti gli altri settori perché vi ricordo che non si vive di solo pane!
Se non ci sono domande, io mi accomiato da voi, fratelli, lasciando sempre a voi il compito di riflettere opportunamente sui nostri consigli, sui nostri suggerimenti.
Roberto chiede: ”Cosa è possibile fare per risolvere il problema dei conflitti interiori, uno dei tanti conflitti?”
R: Non si può arrivare a darti una risposta, in due parole, perché una risposta esauriente, una analisi più approfondita richiederebbe molto tempo. Però posso dirti, fratello, che il problema interiore di ogni essere umano, di ogni creatura - si può dire - quasi sempre nasce da una non accettazione di se stessi, della propria individualità spirituale e anche della propria personalità, quella che avete costruito in questa esistenza. La non accettazione crea sempre dei conflitti.
Non vi è stato mai insegnato, prima di tutto il comandamento: "Ama il prossimo tuo come te stesso"? Questo “te stesso” è importantissimo e non è eliminabile e non viene dopo l’amore per gli altri. Bisogna prima amare e accettare se stessi per potere accettare e amare gli altri. Invece, sin da bambini, si propongono dei prototipi di altri modi di essere, di altri comportamenti da emulare, senza tenere conto che ognuno è se stesso e non può assimilare e fare proprio il comportamento di un'altra creatura.
C'è sempre questa lotta tra ciò che viene imposto dalla famiglia, dalla scuola, dalla società e ciò che uno sente - invece - come proprio, come estrinsecazione della propria personalità. Il conflitto - diciamo - che è sempre presente, non è risolvibile totalmente, perché le sollecitazioni che si ricevono dalla società, dal mondo circostante, possono, a volte, danneggiare, portare nocumento a tutto quello che si è conquistato con la propria forza, con la propria volontà.
Quindi, il conflitto non può essere debellato totalmente finché c'è vita. Però si può alleggerire, si può fare sentire sempre più raro, sempre meno incisivo se si lavora con sé stessi, se si lavora con il proprio spirito aumentando la propria autostima, dando risalto a ciò che si è fatto in questa vita, agli aspetti della propria intelligenza, della cultura, della conoscenza in genere.
Questo guardarsi sotto altra luce, diversa da quella suggerita dal mondo esterno, riduce il conflitto interiore, ma non lo annulla completamente. Vedrai, fratello, che facendo questo lavoro con te stesso, pian piano, ridurrai gli attacchi di questo dolore interno che dilania l'animo tuo e di molti fratelli. Ma tu sai anche che l'esistenza è comunque un banco di prova e per superarlo bisogna escogitare tutti i mezzi necessari per sconfiggere ciò che sembra impossibile superare.
Ciò che sembra impossibile, è invece possibile!
Che siate sempre in pace e in armonia con voi stessi e con gli altri!
Addio, fratelli.
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