Ho capito cosa è importante nella vita 2
Ho capito cosa è veramente importante nella vita Testimonianza parte 2
Ho capito cosa è importante nella vita 2 è la seconda parte della testimonianza di Luca che leggerete oggi, il link della prima parte pubblicata è http://www.leparoledegliangeli.com/it/angeli/2897-ho-capito-cosa-e-veramente-importante-nella-vita-testimonianza-parte-1
Lo abbiamo lasciato molto turbato dall’incontro con quell’uomo che sembrava avesse la capacità di leggergli nel pensiero e di trasmettergli i contenuti del proprio pensiero, ma ascoltiamo ora dalle parole di Luca come è proseguita la sua avventura.
Più passavano i giorni meno pensavo a quella sera, ogni tanto mi tornava in mente ma era solo un piccolo pensiero in un momento qualsiasi della giornata.
Inutile dire che il legame con la nuova ragazza era destinato a finire, quel personaggio aveva proprio ragione.
Una frase più di tutte mi tornava alla mente, nella vita possono accadere vicende molto strane e la persona che le affronta deve stare molto attento alla pazzia, nulla in quel momento mi faceva presagire che avrei affrontato personalmente vicende parecchio strane e la pazzia può essere davvero dietro l’angolo.
Qualche mese dopo, mia sorella maggiore doveva sposarsi per la seconda volta, mi recai in un centro commerciale per acquistare una nuova camicia per il matrimonio.
Entrai in un negozio dove era presente una commessa molto gentile e graziosa, una volta acquistata la camicia mi fermai fuori fingendo di guardare la vetrina, in realtà osservavo lei, i suoi atteggiamenti sempre gentili e un sorriso magnetico.
Pensavo ancora di meritare un premio, non avevo mai tradito mia moglie, pensavo di essere sempre nel giusto e ritenevo il suo tradimento un torto gravissimo.
Continuo a scrivere, moglie, in realtà non mi sono mai sposato, dopo tanti anni di convivenza mi ritengo come sposato e non credo sia proprio necessario farlo in Chiesa, io sono già dinanzi a Dio.
Mentre guardavo la commessa dentro di me pensavo ”vai Luca, buttati, tu meriti una ragazza così“.
Mi feci forza e andai verso di lei, chiesi se potevo offrirle un caffè o una bevanda al bar del centro commerciale e le dissi che aveva un sorriso stupendo.
Lei rispose “assolutamente no!!!, non sono una ragazza facile come quelle di questa città, sono sarda e per questo molto cocciuta, prima di accettare qualcosa da un ragazzo devo conoscerlo”.
Con molta spavalderia dissi che era proprio quello il motivo per il quale stavo cercando una sarda e con altrettanta spavalderia cominciai a raccontare di me.
Raccontai del mio lavoro che consiste per il 50% nel fare disegni cad, proprio in quel preciso istante, dal fax del negozio usciva un foglio, era la pubblicità di un corso autocad.
Pensai che era una coincidenza e continuai a raccontare di me.
Dissi che ero bravo a dipingere e in passato avevo venduto diversi quadri, ancora una volta dal fax usciva un foglio che lei mi mostrò, era la pubblicità di un corso di pittura.
Come poteva essere possibile?
Non sapevo a cosa pensare, ero solo disorientato e incredulo.
Naturalmente ho sempre pensato a coincidenze, sarebbe stato impossibile organizzare uno scherzo in cosi breve tempo e ad una persona sconosciuta.
Ho sempre ripetutamente cercato di dare spiegazioni logiche a tutto quello che mi accadeva, ho sempre cercato la razionalità ad ogni evento e di coincidenze simili, in quel periodo, ne sono capitate a centinaia.
La commessa mi diede il numero di telefono, provai inizialmente con un invito a cena o a mangiare un gelato ma era veramente cocciuta e gettai la spugna.
Ricordo una risposta ad un mio invito che diceva “bisogna aspettare che il frutto maturi”, naturalmente riferito a me.
Poco dopo cancellai il numero dal cellulare e non ci pensai più.
So che è difficile da credere ma cominciarono anche a verificarsi degli strani fenomeni elettrici sia in casa che all'aperto.
Le luci della stanza da letto, ogni tanto si accendevano e spegnevano per conto loro, ricordo di una volta che anche lo stereo si accese in piena notte e nemmeno dopo aver premuto il pulsante di spegnimento e staccato la spina voleva saperne di spegnersi, solo dopo svariati secondi si spense di colpo.
Anche all'aperto, quando passavo sotto a un lampione, cominciava ad andare ad intermittenza o si spegneva.
Questo è capitato a tutti, ma la cosa strana è che il fenomeno si verificava con una media di almeno 10/15 volte a sera.
Ripeto che ho sempre cercato di dare spiegazioni nel razionale, stavo vivendo qualcosa di strano ma non capivo cosa, più cercavo risposte e meno le trovavo.
Sul cellulare cominciarono ad arrivare messaggi da un numero sconosciuto.
“Ciao Luca”
ciao, chi sei?
“Dovresti saperlo”
Cos’è, uno scherzo
Non avevo la ben che minima idea di chi fosse, non davo peso alla vicenda e continuavo la mia vita sregolata frequentando bar e locali notturni.
Credo di essere arrivato ad un punto dove addirittura odiavo le donne, vedevo in loro solo delle approfittatrici senza cuore e non mi rendevo conto che quella figura la stavo rivestendo io, il mio ego.
Avevo rapporti occasionali, ricordo bene gli squilli sul cellulare prima di ogni rapporto, il solito numero.
Rispondevo alle chiamate, ma non vi era alcuna risposta e cominciavo un po’ ad innervosirmi.
Una sera mi recai in discoteca con amici, le donne mi guardavano continuamente e mi sentivo un Re.
Quella sera, stranamente venivano ragazzini a chiedermi se avevo roba, droga, naturalmente li mandavo via in malo modo, mi recai in bagno e osservai allo specchio se avevo la faccia da tossico.
Veramente strano, non mi era mai capitato, pensavo alla gioventù sballata, bere e drogarsi solo per noia o per cosi dire divertimento.
Uscito dal bagno vidi in lontananza il volto della commessa conosciuta mesi prima, quel sorriso magnetico che mi fissava e incantava.
Provai a raggiungerla ma la discoteca era veramente molto affollata e la persi di vista.
Le stranezze si susseguivano come gli squilli sul cellulare, cominciavo a credere di essere pedinato.
Pensavo che magari il tizio al bar era un poliziotto e avendo visto il mio pacchetto pieno di maria aveva provveduto a farmi pedinare.
Persino con gli amici avevo dubbi, pensavo a qualcosa di architettato a mia insaputa.
Dovevo capire cosa stava succedendo e per fare questo decisi di ricercare l’articolo di giornale dove era presente B, il tizio del bar.
Ricordavo bene il giorno visto che si trattava di due giorni dopo il mio rientro dalla vacanza in Egitto.
Procurai il giornale ma con mio stupore non era presente alcun articolo, allora cominciai a guardare i giornali del giorno prima e dopo quella data, niente, nessuna serata di beneficenza.
Guardai tutti i giornali di quel mese e non contento, visto che nella mia città sono presenti due quotidiani, setacciai anche l’altro quotidiano senza esito.
Decisi di fare ricerche su internet riguardo al nome di B, la cosa strana è che anche se erano un cognome ed un nome comunissimi, abbinati non davano nessun risultato in tutta Italia.
Cercai di spiegare a qualche amico presente al bar quella sera, chiedevo se si ricordavano dell’articolo, dicevano di si ma subito dopo cambiavano discorso e non cercai di spiegare la vicenda.
Volevo solo una conferma, la prova che non solo io avevo visto l’articolo.
Cominciai a pensare di far parte di qualche complotto oppure di qualche programma televisivo a mia insaputa.
Mi sentivo osservato ogni istante, contemporaneamente arrivava l’ennesimo squillo sconosciuto sul cellulare, risposi molto incaz.
“Devi smetterla di fare chiamate o mandare messaggi!!! o mi dici chi sei o vado dritto dai carabinieri e ti denuncio!!!!”
Arrivò un messaggio che diceva
“Ai tuoi ordini Luca, sono il tuo Angelo”
A questo punto sfoderai un serie di insulti indicibili e le chiamate come i messaggi finirono.
Vivevo in uno stato di disorientamento, dovevo capire ad ogni costo cosa stava succedendo, mi recavo nei locali e vedevo sempre le stesse persone, pensavo di avere la macchina sotto controllo e mi convincevo sempre di più che le persone vicino a me facevano parte di un complotto.
Una sera presi la macchina di mio padre , mi recai nel parcheggio situato dalla parte opposta del bar dove andavo abitualmente e dove avevo conosciuto lo strano tizio.
Con molto stupore vidi la sua macchina parcheggiata davanti al bar, era impossibile sbagliarsi visto che era la stessa auto bianca scassata targata BS.
A quel punto mandai un messaggio al numero sconosciuto.
“Ora il puzzle è completo, dovete smetterla di stressarmi, sono stanco”
Proprio in quell’istante, nell’auto parcheggiata davanti alla mia, scorsi una figura di donna mentre si accingeva a leggere un messaggio arrivato sul cellulare.
Subito dopo accese la macchina e scappò in fretta e furia, mi sembrò di scorgere i lineamenti della commessa.
Ora tutto era chiaro, pensavo a un qualche programma televisivo dove ero il protagonista a mia insaputa, di li a poco mi avrebbero detto tutto.
Tornai a casa, mi coricai sul divano e accesi la tv, stava per cominciare un film in prima visione dal titolo K-PAX (venuto da un altro mondo).
Film molto bello che poi ho visto altre volte, ma quella sera ad un certo punto del film, parlavano di un uccellino azzurro e di come fosse il messaggero di Dio.
Proprio in quel momento sentii dei rumori fuori dalla porta di casa, mi alzai dal divano e aprii di colpo.
Non potevo crederci, era presente un uccellino sul tappetino d’entrata, faccio presente che i miei genitori abitano in un condominio di 6 piani, tra un piano e l’altro sono presenti finestre sempre rigorosamente chiuse.
In quel preciso istante arrivava un messaggio dal solito numero..
“IL PUZZLE E’ PER TUTTA LA VITA TERRENA”
Totalmente sconvolto mi girai verso mia madre chiedendo se vedeva l’uccellino sul tappeto.
Disse che lo vedeva e che non sapeva come fosse finito proprio li.
Cominciai a degenerare, urlai a mia madre se faceva parte del complotto e notavo la faccia molto preoccupata di mia sorella e mio padre, era da un po’ che notavano i mie comportamenti strani.
In preda al panico corsi fuori casa, la mia mente aveva mille pensieri, pensavo a Sabrina ,forse era stata lei, voleva riconquistami.
Presi la macchina e corsi subito da lei, salii in fretta e furia le scale e suonai alla porta.
Mi aprì piangendo, il suo fisico era molto debilitato, la malattia cronica la stava facendo soffrire parecchio.
L’abbracciai e le sussurrai all’orecchio
“Sei stata tu?, lo hai fatto per me? volevi riconquistarmi?”
Pensavo ancora maledettamente a me stesso, è molto difficile sconfiggere il proprio ego.
La sua risposta fu
“Che cosa stai dicendo, da quando te ne sei andato non riesco più a pagare l’affitto, la malattia mi sta divorando, sono diventata 38 chili e quando mi guardo allo specchio vedo un mostro.
Se i tuoi vaneggiamenti sono causa mia ti chiedo infinitamente perdono ma non crearmi altri problemi, ti prego Luca”.
Tornai dai Genitori, avevo l’immagine della sofferenza di Sabrina davanti ai miei occhi continuamente.
Mi misi nel letto, volevo solo dormire e pensare al nulla, i volti dei miei genitori e mia sorella trasmettevano tutta la preoccupazione nei mie confronti.
La mattina seguente fu la voce di mia sorella a svegliarmi
“Luca, ti puoi alzare? ci sono delle persone in salotto che vogliono parlare con te”
Andai in bagno a lavare il viso, pensavo a chi potevano essere queste persone e mi sentivo veramente stanco di tutto, dovevano farla finita una volta per tutte.
Mi recai in salotto, erano presenti due uomini e una donna mai visti prima.
I miei genitori stavano in disparte e leggevo la preoccupazione sui loro volti.
La figura femminile di questi individui cominciò a fare domande.
“Cosa ti sta succedendo Luca? i tuoi genitori dicono che sei molto irrequieto, hai dei comportamenti strani, sai dire cosa ti preoccupa?”
Restai sul vago, ma le domande erano sempre più incalzanti e alla fine dissi che dovevano smetterla di pressarmi e che con ogni probabilità facevano parte anche loro del complotto come la mia famiglia.
Raccontai qualcosa delle vicende ma mi resi conto che era meglio non proseguire.
Mi dissero con molta calma che potevo seguirli di mia spontanea volontà oppure mi avrebbero portato via con la forza, non avevo molta scelta, scelsi la prima.
Mentre uscivo di casa fissai mia madre e dissi
“perché hai fatto questo mamma!!!”
Lei mi guardò, scoppiò a piangere dicendo che lo aveva fatto solo ed esclusivamente per il mio bene, disse che un giorno avrei capito.
Mi ritrovai in psichiatria, tutto stava crollando, mai avrei pensato di poter finire in un posto simile.
I miei genitori avevano dato disposizione di non far entrare in quel luogo Sabrina, ritenevano il mio stato confusionale tutta colpa sua.
Anche i medici credevano questo, dicevano che la causa era stata una delusione forte accompagnata da alcolici e qualche canna di maria.
Ero in trappola, sapevo quello che avevo vissuto ma allo stesso tempo non potevo raccontarlo.
Gli psichiatri cominciarono a dire che il mio cervello era come lesionato e per emarginare la ferita erano necessari psicofarmaci.
Ora che sono passati anni da quella brutta esperienza, mi chiedo come era possibile affermare una teoria simile senza alcun esame.
Inizialmente provai a nascondere la somministrazione delle pillole, le tenevo in mano e fingevo di ingerirle, la cosa durò poco, mi beccarono subito e dissero “se vuoi uscire di qua ti conviene fare quello che diciamo”.
Cominciai ad ingerirle, il loro effetto era devastante, in qualsiasi momento ma soprattutto quando ero seduto, mi sembrava di cadere nel vuoto.
La sensazione di vertigine era tremenda e i nervi diventavano sempre più tesi, addirittura facevo fatica a girare la testa, i miei movimenti erano innaturali, come un robot.
Stavo veramente male, vieterei quelle pillole in quasi tutti i casi, tolgono la voglia di vivere.
Infatti sono molto frequenti i suicidi in individui che assumono psicofarmaci, questo viene divulgato raramente, le case produttrici di questi veleni del corpo e della mente perderebbero tutti i loro guadagni e gli psichiatri il loro lavoro.
Gli amici venivano a trovarmi ma vedevo i loro sguardi di giudizio e restavo a testa bassa.
Ero come racchiuso in una bolla e tutto quello che esisteva al di fuori di essa era ostile.
Cominciai a parlare con le persone ricoverate, nessuno era matto in quel posto, c’erano solo persone a cui la vita aveva riservato momenti davvero drammatici.
Ricordo una donna che cercava di sorreggermi dicendo che i veri matti stanno tutti fuori, purtroppo poco tempo fa, quella donna si è suicidata devastata dalle pillole cicatrizzanti di cui vanno tanto fieri gli psichiatri.
Ironia della sorte, mia sorella minore mi portò come passatempo un puzzle tridimensionale raffigurante la terra.
Il mio sguardo era sempre fisso e i riflessi divennero molto più rallentati, dovevo reagire, dovevo uscire da quella situazione e fingere di avere un recupero dando la colpa all’alcol e alle canne.
Per passatempo feci un ritratto di una signora che si trovava li perché non aveva più voglia di continuare a vivere, non aveva più stimoli, con il ritratto riuscii a strappargli un sorriso.
A volte basta veramente poco per aiutare una persona, un gesto gentile, un complimento o semplicemente ascoltando cosa ha da dire.
A Sabrina fu impedito in tutti i modi di venire a trovarmi, forse in quei momenti era l’unica persona che poteva veramente aiutarmi.
Passarono più di due settimane quando gli psichiatri decisero che potevo continuare le cure a casa.
Quelle maledette pillole avevano svuotato tutto il mio essere, anche dopo diversi anni ho ancora ben presente la sensazione di non ritorno alla normalità che davano gli psicofarmaci e comprendo benissimo come si possa arrivare al suicidio.
Tornato a casa dai genitori dovevo cercare in tutti i modi di non ingerire gli psicofarmaci.
Cominciai a nasconderli sotto la lingua, oppure fingevo di ingerirli mentre in realtà li tenevo in mano.
Provai a spiegare a mio padre e a mia madre che mi facevano stare male ma non volevano sentir ragioni, dovevo ingerirli e basta, cosi avevano detto i dottori.
Non avevo altra scelta, o fingevo oppure mi sarei rovinato per tutta la vita.
Proprio cosi, quelle pillole possono rovinarti tutta la vita!!!
Tanto che importa, le case farmaceutiche devono guadagnare, il sistema deve andare avanti con o senza di te.
Dovevo reagire ad ogni costo e decisi di tornare a lavorare subito.
Nascondevo le pillole in un sacchetto e la cosa andò avanti per più di tre mesi, i miei nemmeno si rendevano conto che sarebbe stato impossibile lavorare ingerendo psicofarmaci .
Ripresi a vedere Sabrina di nascosto, erano gli unici momenti in cui mi trovavo in pace, in lei non vedevo lo sguardo di giudizio e mi è stata davvero di grande aiuto.
Fortunatamente la sua malattia cominciava a darle tregua e poco alla volta si riprendeva.
Anche il mio corpo e la mia mente tornarono alla normalità e decisi di andarmene di casa e tornare a convivere con Sabrina.
I genitori impazzirono quando diedi la notizia, mia madre disse
“proprio ora che grazie alle pillole ti stai riprendendo devi agire in questo modo? vuoi tornare come eri prima!!!”
Con molta calma presi il sacchetto pieno di psicofarmaci e lo mostrai dicendo
“Sono queste le pillole che mi hanno salvato? vedi mamma, se ora sto meglio il motivo è che non ingerisco più questi veleni, se continuavo sarei diventato un vegetale.
Prima che mi portassero in psichiatria, avevi detto che un giorno avrei capito la tua scelta.
Capisco che tu possa averlo fatto perché credevi fosse stato per il mio bene ma non è stata la scelta giusta, ho cercato di spiegare in tutti i modi che Sabrina non centra in quello che ho vissuto, potrei spiegartelo mille volte ma tu ugualmente non capiresti.
Andai a convivere nuovamente, credo che il nostro rapporto si sia rafforzato con quella esperienza.
Da allora cerchiamo di più il dialogo quando si presenta un problema, la vita poco alla volta tornava alla normalità.
Ogni tanto pensavo a quel tizio bel bar e alle coincidenze accadute ma col tempo dimenticavo e restavano solo piccoli pensieri, tutto procedeva normalmente tra alti e bassi della vita, tutto fino al luglio 2009.
Fino ad allora poteva essere un esperienza che può capitare a tanti ma quello che vi sto per raccontare ora non ha nulla di comprensibile in termini razionali, non può essere provato o studiato.
Di una cosa sono assolutamente certo, non sono fantasticherie o visioni dovute allo stress o a qualche forma di pazzia.
Ripeto che ho effettivamente vissuto qualcosa di non terreno e sono altrettanto certo di aver visto un qualcosa che fa effettivamente parte dell’anima e della vita dopo la morte o quantomeno una dimensione collegata a Dio e alla nostra esperienza terrena.
Proprio cosi, da quel giorno si è instaurata nel mio pensiero la convinzione che la vita è solo un passaggio dovuto, una scuola per anime giovani.
Nel luglio 2009 tutto tornava di prepotenza, il paranormale o come lo volete chiamare, entrava nella mia vita.
Tutto cominciò per puro caso, se cosi si può chiamare, visto che da quel giorno ho capito la non casualità di ogni evento, la non casualità dell’intera storia umana e l’esistenza di un’entità creatrice che io chiamerò semplicemente Dio o nostro padre\madre.
Non sono un esaltato e non mi sento un eletto, racconterò semplicemente quello che ho visto e provato.
Quel giorno il mio cuore stava per scoppiare di gioia e a stento ha retto a tale bellezza.
Sono ancora convinto di non meritare quello che ho visto, credo che (Dio) abbia raschiato il fondo del barile per aver dato la possibilità a una persona come me di toccare con mano una bellezza indescrivibile.
Quel giorno pensavo che dopo quella esperienza potevo anche morire, mi sentivo talmente piccolo nei miei pensieri, nel mio ego e nella mia presunzione che diventavo inesistente al cospetto della creazione.
Allo stesso tempo mi sentivo parte di tutto, ogni mia cellula, ogni mio gesto e ogni mio pensiero erano parte di un disegno in cui tutti noi siamo partecipi.
Dicevo di Luglio 2009, avevo un po’ di problemi con la casa in cui avevo dato la caparra e nella quale vivevo senza aver firmato il rogito, il costruttore diceva che saremo andati a rogito quando l’avrebbe finita.
Era già da quasi un anno che ci vivevo con Sabrina, ma il costruttore non voleva saperne di finire i lavori, addirittura avevo il balcone senza ringhiera e la taverna si allagava ogni volta che pioveva, senza parlare degli innumerevoli problemi legati alle carte catastali e altri intrallazzi costruiti ad arte dalla nostra società assurda.
Ero inesperto a tali problemi e fui molto superficiale al momento della firma per l’acquisto dell’immobile.
Decisi di rivolgermi ad avvocati ed è proprio li che comincia la fregatura doppia, comincia una trafila infinita che ti snerva in tutti i sensi.
Sabrina non stava molto bene ed era costretta ad un lungo periodo di malattia che alla fine si concluse con l’ennesima operazione, questo non andava a genio al suo datore di lavoro che la licenziò.
Cominciarono una serie di problemi che si accumulavano giorno per giorno, mi distrussero la macchina regolarmente parcheggiata, Sabrina fondeva il motore della sua auto e ricevemmo diverse fregature da meccanici.
Insomma era un periodo in cui ero un po’ nervoso e pieno di problemi.
Una sera dei primi giorni di Luglio mi trovavo sul divano con il computer sulle gambe, girovagavo su internet nei soliti siti, facebook, you tube, alcune curiosità legate ai pianeti e costellazioni visto che sono sempre stato appassionato dall’universo e dal mistero.
Di colpo sono finito nel forum di un sito, ufologia.biz, non ricordo proprio di aver digitato per entrare in quella pagina, si è aperto cosi, per puro caso.
Cominciai a sbirciare le discussioni, in alcune mettevo la mia opinione e notavo una certa cordialità nei partecipanti al forum.
Era presente una discussione il cui titolo era la vera verità, cominciai a leggere la storia di questa persona che diceva di aver vissuto e visto cose incredibili, raccontava le vicissitudini drammatiche che lo portarono vicino alla pazzia.
Più leggevo e più mi sembrava di conoscere questa persona, vedevo tanto di me in tutto quello che scriveva, anche a lui erano capitate cose stranissime e raccontava di un mondo fatto di una pace e di una bellezza incredibile.
Diceva che era entrato in contatto con loro, cosi definiva le persone viste in quel mondo.
Naturalmente non davo molto credito alla cosa, però più leggevo e più mi sentivo legato a questa persona.
Non avevo fatto caso al nome e all’immagine che aveva scelto per rappresentarsi.
Solo a metà lettura feci caso al suo nome K-PAX, l’immagine era un occhio che ti fissava.
Cominciarono a tornare nei miei pensieri le vicende del 2003,tornava il ricordo della persona conosciuta al bar e delle coincidenze strane capitate.
K-PAX era un tizio di Roma, diceva di scrivere perché voleva condividere la sua esperienza con altri, diceva che stava cercando uno come lui, una persona che aveva vissuto esperienze come le sue, era sicuro che ne esisteva un altro.
Leggevo e vedevo tanto di me, raccontava delle volte che si metteva alla finestra e fissava la luna e le stelle chiedendo aiuto al cielo.
Parlava delle coincidenze che a volte capitano ma che nessuno poi ricorda o si ferma a pensare alla loro natura.
La gente non si sofferma sui particolari, le cose si dimenticano a causa dei problemi quotidiani, le persone hanno i pensieri rivolti alla rata del mutuo, a come tirare a fine mese, pensano come fare a pagare tutte le bollette o a come passare il fine settimana, ma quasi nessuno pensa alla natura di certi eventi o addirittura pensano, ci deve essere una spiegazione logica, in fondo la scienza può spiegare tutto.
Non è cosi, la scienza non può spiegare quello che stavo per vivere, la natura di quello che ho visto non fa parte di questo mondo e forse nemmeno della nostra dimensione.
Credetemi se vi dico che è stato molto traumatico essere catapultato all’improvviso in una realtà diversa da quella che si vive tutti i giorni.
Tutto quello che ti è stato insegnato sin da bambino crolla come un castello di sabbia, ti trovi solo davanti all’ignoto e devi prendere una decisione, proseguire o restare nelle convinzioni terrene.
Sabrina fu ricoverata in ospedale per l’ennesima operazione, mi trovavo a casa e leggevo sul pc la vera verità.
Mentre sentivo questo legame con l’autore della storia, cominciarono i soliti fenomeni luminosi vissuti anni prima, tutto stava per tornare e ancora più dirompente.
Oltre alle luci che giocavano, sentivo dei rumori strani contro le pareti, come se qualcuno grattasse contro i muri.
Spesso erano pareti esterne, per cui aprivo la porta di casa all’istante per vedere se si trovava qualcuno all’esterno ma non vi era alcuna traccia.
Immaginatevi la cacarella che mi assaliva in quei momenti, mi trovavo solo, in un appartamento di un cantiere ancora in costruzione dove ero l’unico inquilino.
La mia mente però non era ancora volta al paranormale, ripeto che fino in ultimo ho cercato di dare spiegazioni razionali.
Scrivo paranormale anche se è una parola che detesto, rimane comunque il sistema migliore per spiegare la natura estranea degli eventi.
La mia mente cominciava a macinare teorie di ogni tipo, pensavo continuamente alle coincidenze e al tizio di Roma.
Sabrina, dopo l’operazione, tornava a casa per un periodo di convalescenza.
Vedeva i miei comportamenti e le raccontai alcune stranezze, diceva che non dovevo più pensare a quelle cose, ma ero troppo assorbito nel capire cosa stava succedendo, dovevo arrivare alla verità.
Ogni mercoledì disputavo la partita di calcetto con gli amici e a fine maggio 2009, durante l’ennesima partita, mi procurai un escoriazione al ginocchio.
A tutti quanti, quel mercoledì, furono invase le gambe di pungiglioni di zanzara.
La cosa strana è che a tutti tranne a me i pungiglioni sparirono ne giro di pochi giorni, dopo più di un mese avevo ancora tossole enormi e il prurito non cessava mai.
Anche l’escoriazione sul ginocchio non voleva saperne di guarire e decisi di recarmi in ospedale.
Mi fu data una pomata a base di cortisone ma gli effetti di guarigione non arrivavano, cominciai a pensare di avere qualche malattia del sangue.
Successivamente notavo strani effetti sul mio corpo, quando mi lavavo semplicemente le mani, la pelle si raggrinziva come quando si sta in acqua per ore e le pieghe erano molto profonde.
Nei primi giorni di Luglio ero ancora alle prese con i pungiglioni di zanzara e l’escoriazione al ginocchio.
Una sera, terminato il lavoro, stavo per chiudere il portone della fabbrica quando all’improvviso ho visto una luce strana nel cielo.
Inizialmente sembrava una stella cadente, ma era più lenta ed aveva un bagliore molto più intenso.
Ad un certo punto si fermò davanti ai miei occhi, che strana sensazione, era come se voleva essere guardata, poi in un piccolo bagliore svanì nel nulla.
Al mio capo raccontai di aver visto una meteora o qualcosa del genere, ma le stranezze continuavano.
Proprio quella sera, mentre procedevo con la lettura del racconto, la vera verità, k-pax parlava delle strane luci da lui viste e che addirittura rispondevano alle sue domande con segnali colorati.
Non sapevo più cosa pensare, o meglio avevo un solo pensiero fisso, scoprire la verità.
Luca
Fine della seconda parte, continua con la terza e ultima parte.
Ho capito cosa è veramente importante nella vita Testimonianza parte 2
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