Obe visioni dopo la morte
Obe visioni dopo la morte raccontati dai protagonisti
Obe visioni dopo la morte : questa è la mia storia, la storia della mia esperienza, ciò che ho visto dopo la mia morte, vi racconto dall'inizio; anche se era domenica, ero di ritorno dal lavoro, era una bella giornata di inizio primavera, tutto il paesaggio sapeva di rinascita, guidavo tranquillo e pensavo mentre ascoltavo la musica; ho visto un'auto immettersi su una strada laterale a quella che stavo percorrendo, poi la strada arrivava a incrocio e li c'era un segnale di stop prima di immettersi o attraversare le carreggiate.
Ripensandoci, mi sono reso conto che l'auto non si era mai fermata al cartello di stop prima di attraversare le corsie, l'auto ha così superato il cartello di stop andando direttamente ad incrociare la mia traiettoria.
Ripensando a quel momento, sembra strano come le proprie percezioni siano modificate sotto quel tipo di tensione: la mia mente ha visto quella macchina come molto più grande di quanto fosse in realtà.
Ogni cosa ha rallentato in quel momento, come in una moviola, il tempo è come se si fosse di colpo rallentato. Mi ricordo di aver provato a frenare e allo stesso tempo ho sterzato con decisione il volante verso sinistra .... ricordo di aver pensato "se riesco a colpire quest'auto sulla parte posteriore ruoterà quella anteriore e forse noi, l'anziano signore che guidava l'auto e l'anziana signora sul sedile del passeggero che potevo chiaramente vedere, riusciremo a sopravvivere".
Ricordo che non c'erano altri rumori all'infuori del rumore del vento .... ricordo di aver pensato "è veramente strano, dov'è il vento?" ... ho pensato "ok, non ci sarà alcun rumore finché le auto non si scontreranno".
Poi mi sono chiesto perché la mia vettura non stesse sterzando ... avevo sterzato con decisione il volante verso sinistra con la mia mano, ma non era successo nulla. Ho raggiunto un punto, mentre l'auto si avvicinava, in cui mi sono reso conto che non c'era assolutamente nulla che potessi fare per influire sull'esito di questo evento. Mi trovavo proprio lì e stava per succedere tutto attorno a me.
Ho osservato le persone nell'altra auto avvicinarsi sempre più, inizialmente pochi metri, poi centimetri. L'uomo guardava avanti a se attraverso il parabrezza, la donna era lievemente girata verso di lui e immaginavo gli stesse parlando. Poi avvenne l'impatto (e di certo ne udii il rumore) e la vista delle altre persone fu immediatamente oscurata dal vapore che usciva dal radiatore della mia auto che andava a pezzi.
La mia vettura iniziò a ruotare lentamente, non riuscivo a vedere nulla per via del vapore, poi la mia vettura si fermò. Rendendomi conto che la mia vettura si era fermata, ricordo di aver pensato "sarà meglio che mi tolga da qui!". Ricordo la mia testa chinarsi e il mio mento colpire il petto, poi ....
Mi trovavo in piedi (dico così per mancanza di una parola migliore perchè sembravo avere un orientamento verticale rispetto al resto del mondo) vicino alla portiera del guidatore della mia auto. Ho guardato il tizio seduto lì ed ho pensato "hey, ma quello sono io, e sono conciato male. Non troppo però, sembra che nulla sia stato strappato dal corpo, sembra ci si ancora tutto, ma è morto".
In quel momento, ho sentito una voce dietro di me e mi sono girato e lì c'erano due mie amiche che erano state uccise in un incidente d'auto anni prima. Si erano trovate assieme quando c'era stato l'incidente .... eravamo stati come fratelli e sorelle tra di noi ... beh, eccole qui .... e la cosa incredibile, ripensandoci, era che non ero sorpreso per nulla nel vederle lì.
Ricordo di averle salutate come se nulla fosse, come se le avessi appena incontrate dopo una pausa scolastica e dissi "date un po' un'occhiata" ed ho fatto una specie di cenno con la testa indicando il mio corpo seduto dentro l'auto.
Ricordo una sensazione di totale e assoluta libertà, non ci sono davvero parole per descrivere questa sensazione, ma mi stava succedendo di poter fare quello che volevo nel mio stato, potevo andare ovunque e nessuna legge della fisica mi poteva imporre delle restrizioni, potevo andare ovunque se lo avessi desiderato, era divertente come sensazione, provavo un gran benessere.
Poi una delle mie amiche mi disse "Devi ascoltare con attenzione, devi guardare", ed indicò, o piuttosto indirizzò la mia attenzione in qualche altro modo verso l'orizzonte. Notai che pressoché tutto il mondo era cambiato, come una televisione sostanzialmente in bianco e nero .... veniva trasmessa la mia vita ma più che limitarmi a vederlo, ne provavo le sensazioni come fossi stato nel film e lì ad osservare allo stesso tempo. La mia vita è stata proiettata letteralmente della nascita alla "morte".
Alla fine di questo spettacolo della vita su schermo, non c'era nessuno a dirmi, "hai peccato! sei un peccatore! hai fatto questo e questo e questo di sbagliato e contrario ai Dieci Comandamenti!" Al contrario, veniva lasciato che io mi formassi un'opinione sulla mia vita. Non tanto in termini di "sono stato una persona buona o cattiva", ma piuttosto "questa è stata una buona vita", in modo obiettivo. Sapevo in quel momento che c'erano state altre vite e che quando erano state completate ero passato attraverso revisioni identiche o simili ma non ero curioso su quelle altre vite perché erano ormai passate, le avevo completate, senza che esse avessero conservato alcuna conseguenza e sapevo che questa vita non avrebbe avuto conseguenze ora che era trascorsa.
Mi resi conto che sapevo tutto, non c'erano domande; tutta la conoscenza era istantaneamente presente nei miei pensieri (per esempio, sapevo che qualunque cosa creata in qualunque forma era parte di un unico concetto gigantesco. Questa era solo parte della conoscenza che ricordo, comunque ero in grado di esplorare quel concetto gigantesco dal di dentro e di essere parte di tutto mentre lo pensavo, nell'istante in cui cominciavo a pensarlo.
Sapevo che questo era lo stato vero del mio essere. Ero una creatura/essere, per come mi considero adesso, che per un po' di tempo ha utilizzato quel pezzo di carne senza vita all'interno dell'auto (mi sentivo in un certo senso triste, tuttavia, che il mio corpo non servisse più, sembrava uno spreco, e per me aveva funzionato bene .... provavo una sensazione simile a quella che si prova quando si cambia auto).
Nulla di tutto ciò sembrò durare a lungo, un periodo di venti secondi secondo il nostro tempo. Tutto ciò mi accadde, fu pensato e successe entro quel lasso di tempo.
Una delle mie amiche disse, o piuttosto mi comunicò, "devi ascoltare (c'era un senso di urgenza nelle sue parole), hai compiuto abbastanza da poter venire via con noi (fece una pausa), oppure puoi restare, ma se rimani devi sapere perché e ce lo devi dire. Devi saperlo, se rimani, sarà molto, molto difficile per te".
Io dissi senza enfasi, "Devo restare perchè non ho ancora figli". Mi resi conto che dietro alle mie amiche c'era qualcun altro, una "Persona" che stava ascoltando intensamente, una "Persona" che non mi era concesso di vedere.
La mia amica disse "Va bene, devi sapere che il tuo cuore si è fermato quando hai colpito il volante, ma non avrai danni permanenti da ciò. Le tue ferite saranno uno sterno rotto, una ferita ad un dito, e perderai un paio di denti" e io dissi "ok"
Tutto era nero ed ero inizialmente confuso, non riuscivo a capire dove mi trovassi, poi udii un suono, come un'esplosione lontana, poi ci fu silenzio e poi un'altra esplosione, poi un'altra ed un'altra più vicina contemporaneamente, poi udii un battito di cuore ed un altro e mi resi conto che le esplosioni erano il mio cuore che si riavviava. Ricordo di aver pensato "è proprio il mio cuore che sta ripartendo!".
Poi fui colpito dalla consapevolezza che avevo bisogno di una boccata di ossigeno, disperatamente tirai il più lungo, il più profondo respiro ansimante che ricordi di aver mai tirato. Dopo che ebbi finito, aprii gli occhi ed osservai la scena e vidi che la mia mano iniziava a sanguinare.
Col tempo mi ripresi dal mio sterno rotto, dal mio taglio al dito, e mi furono applicati due impianti ai denti comunque, finché mi trovai all'ospedale, feci così fatica a dormire, ogni volta che mi appisolavo potevo sentire me stesso galleggiare fuori dal mio corpo e riconoscevo la sensazione di "morire" ancora e sapevo che invece dovevo rimanere, per cui mi svegliavo.
Ho imparato che la vita (qui) è solo un modo per aumentare la conoscenza e esperienza per la nostra REALE esistenza; ora ho due figli, non ho paura di morire e la vita ora è chiara: c'è uno scopo a tutte le cose.
Obe visioni dopo la morte raccontati dai protagonisti è l'esperienza di Antonio
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