Le Parole degli Angeli
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Premorte

Come aiutare i nostri defunti

Come aiutare i nostri defunti esperienze

 

Come aiutare i nostri defunti : ci chiediamo spesso come aiutare i nostri defunti, a me lo ha detto lui, mio fratello minore e io eravamo molto legati, crescendo ci siamo stati solo l'un per l'altro, mia madre ha lavorato fuori spesso, comunque, quando eravamo adulti ci conoscevamo così bene che potevamo scherzare senza dire una parola, sapevo cosa significava ogni faccia che faceva, era sempre la persona più brillante in una stanza, so che la gente lo dice sempre quando muore qualcuno, ma in questo caso era vero, era sempre al centro dell'attenzione.

 

Lui e la sua ragazza si sono conosciuti in un bar; era divertente e, a volte, rumorosa come lui, subito dopo il loro incontro, lei si trasferì a casa di mio fratello e subito dopo aspettava il primo figlio, il mio nipotino; lei lo amava con tutto il cuore e lui l'amava, ma erano giovani e avevano così tante cose da affrontare, non avevano molti soldi e lei combatteva ogni giorno con una dipendenza dalle pillole per il dolore; mio fratello non sapeva come gestire il problema, guardando indietro nessuno di noi lo sapeva; lui per lavoro stava per andare all'estero per tre mesi e litigavano spesso su cosa sarebbe successo quando lui se ne fosse andato, non pensava che lei potesse prendersi cura del loro neonato mentre combatteva con la sua dipendenza, lei era terrorizzata all'idea di chiedere aiuto per il suo problema; mio fratello ed io avevamo finalmente deciso che lei e il bambino sarebbero rimasti con me mentre lui era via, ma non ho mai saputo cosa pensasse lei al riguardo.

 

Il 3 aprile, ho ricevuto una telefonata da mio fratello che avrebbe lasciato il lavoro presto per tornare a casa e affrontare la sua ragazza, aveva ricevuto una telefonata dalla banca, lei aveva cercato di ottenere dei soldi e lui era preoccupato che i soldi le servissero per le pillole, così avrei dovuto prendere il bambino quella sera dopo il mio lavoro, solo il mio fine settimana potevo passare del tempo con lui, e mi ha chiesto di andare a prenderlo il prima possibile; e andò mia madre che mi portò poi il bambino; chiamai mio fratello per chiedergli come andavano le cose, mi disse che andava tutto bene, che aveva solo bisogno di soldi per la benzina e cose del genere e che sarebbero rimasti a casa a guardare alcuni film e a recuperare un po’ di sonno e così ho continuato la mia giornata giocando con il bambino; mio marito è un agente di polizia e non era a casa quando io e il bambino ci siamo coricati per la notte, devo essermi addormentata verso le dieci quella notte.

 

Non so come sia iniziato il sogno, so solo che io e mio fratello parlavamo da un po', sapevo che stavamo parlando di suo figlio e di quello che stavamo per fare, ma continuavo a parlare come se stesse per trasferirsi per il lavoro ma nell’arco di pochi secondi, tutto ha iniziato a cambiare, l’espressione sul suo viso era sbagliata per la nostra conversazione, avevo scherzato e lui non rise, mi ha detto di combattere, ha detto che avrei dovuto combattere per suo figlio, che aveva bisogno di assicurarsi che sarebbe stato al sicuro e amato; di nuovo sapevo che qualcosa non andava dall'espressione sul suo viso, sembrava quasi provasse rimpianto, nessuna rabbia, nessuna paura, esprimeva un’emozione più simile alla delusione, ma io continuavo a parlare come se stessimo parlando del suo temporaneo trasferimento per lavoro; gli ho detto “mi prenderò cura di tuo figlio, darei la mia vita per vedere che è al sicuro e felice, sai, se la tua ragazza avesse cercato di fargli del male, l'avrei portata in tribunale e l'avrei combattuta con tutta me stessa” ma poi ho sentito la voce di mio fratello, sembrava irritata, ha detto “non voglio combattere contro di lei”, poi mi ha guardato come se fosse deluso.

 

Poi non so come e non so il perché, anche perché lui non ha detto niente sull'essere morto, io è come se lo avessi capito, ho sentito improvvisamente il mio cuore come svuotarsi, una presenza che c’era fino a pochi istanti prima, ora non c’era più, lui mi ha detto “prenditi cura del mio, ho il tuo”

 

Poi mio marito mi ha svegliata.

 

Quando ho aperto gli occhi, il dolore nel mio cuore era così grande che era come se fosse un dolore fisico, ricordo ancora il modo in cui mi ha attraversata la perdita di mio fratello, ho guardato mio marito e gli ho detto “dimmi solo” e lui ha detto “ho bisogno di parlarti, ho bisogno che ti svegli, ho bisogno che ti alzi”; è stato allora che ho iniziato a tremare e gli ho detto “ho fatto un sogno su di lui” e mi ha solo guardata, non sapeva di cosa stessi parlando veramente, poi gli ho chiesto “è morto?” e lui ha iniziato sorpreso a raccontarmi “erano andati al bar, le persone al bar hanno detto che avevano iniziato a discutere e se ne sono andati intorno all'1 e 15 del mattino, la macchina è stata trovata a pochi chilometri dal bar, avevano bevuto entrambi; hanno trasportato tuo fratello in elicottero in ospedale, lui era privo di sensi, stava guidando e credono che stesse andando troppo veloce per controllare la macchina, faranno tutto il possibile ma non pensano di poter fermare l'emorragia nel suo cervello; la sua ragazza è stato dichiarata morta sul posto”.

 

Tutto quello che potevo fare è dire “l'ho sognato, ero lì, ho fatto un sogno su di lui”, erano le 3 e 39 del mattino quando mio marito ha finalmente avuto il coraggio di tornare a casa e svegliarmi per dirmi che mio fratello era morto.

 

Vivo ogni giorno con la perdita di mio fratello e della sua ragazza, abbiamo adottato mio nipote e darei comunque la vita per tenerlo al sicuro, non passa un giorno in cui non penso a mio fratello che mi dice di combattere per lui.

 

Ho avuto un figlio che è morto dieci anni fa, in quel momento ho compreso la frase che mi aveva detto mio fratello "abbi cura del mio, ho il tuo", sapevo che intendeva mio figlio, sapevo che si riferiva a suo figlio, sapevo che se n'era andato prima che mi svegliassi.

 

Non era stato come tutti gli altri sogni, non c'era un posto dietro di noi, eravamo semplicemente in piedi nel nulla, non buio, non luminoso, solo che lo sfondo non aveva importanza, mi sentivo come se fossimo davvero in piedi uno di fronte all'altro a parlare, non ci siamo mai toccati, non ci siamo abbracciati, niente, era forse un metro davanti a me.

 

Come aiutare i nostri defunti esperienze sono frasi di Carla

 

 

 

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