Guide Angeliche al gruppo di preghiera Amore e guarigione messaggio
Le Guide Angeliche dettano a Lidia al Gruppo di preghiera Amore e Guarigione di Catania
19.10.2010
Vengo tra voi, fratelli, spinto dall’anelito amoroso del mio spirito e, ubbidiente al volere divino, mi pongo al vostro fianco per assistervi, proteggervi, tutelarvi, consigliarvi e, soprattutto, spronarvi verso un risveglio veloce e totale, risveglio da quel letargo nel quale è immersa la coscienza, dopo ogni rinascita.
Io vi sono così vicino, sono così complementare al vostro stesso spirito tanto quanto lo possa essere un fratello in carne. Questa prerogativa così preziosa, così particolare è quel il requisito speciale che vi contraddistingue, fratelli, rispetto agli altri, quelli che non hanno fatto il vostro stesso percorso. Così come avviene nel vostro mondo - nella quotidianità della vita - ci sono quelli che emergono, che si distinguono tra la massa, si distinguono per bravura, per capacità particolare della loro mente o del loro fisico, allo stesso modo voi fratelli miei vi distinguete per la vostra peculiarità spirituale!!
Per tutto il resto non avete sconti o agevolazioni rispetto alle malattie, alle sofferenze, ai disagi che la vita comporta. Ma chi - meglio di voi - sa affrontare queste situazioni con l'animo giusto? Chi - meglio di voi - è in grado di modificare, ridurre, minimizzare anche i fatti più spiacevoli della vita?! E tutto questo viene fuori da un lungo apprendistato al quale si è sottoposta la vostra coscienza, il vostro animo. Ed è stato un apprendistato molto duro, difficile, che certamente non si esaurisce in questa vostra esistenza incarnativa. Come tutti i vostri fratelli, siete immersi in questa realtà fenomenica, che ritenete obiettiva, universalmente condivisa, ma poi, alla luce degli avvenimenti, ci risulta che ogni fratello vive le sue esperienze in maniera soggettiva, in maniera unica e irripetibile.
A questo punto la condivisione nasce soltanto da un sentimento di amore e di rispetto verso l'altro in quanto l'esperienza, il sentire interiore di un fratello, non combacia mai con l'esperienza, col sentire di un altro fratello. La condivisione nasce dunque da una sofferenza percepita, intuita, che non è mai uguale ma, soltanto, simile alla sofferenza degli altri. “Perché tutto questo?” qualcuno si chiede. Perché, pur facente parte del grande Spirito, scintilla di luce della grande fiamma, emanazione del Divino, ogni essere porta con sé caratteristiche proprie che ha strutturato e ha messo in atto mediante la sperimentazione.
Ogni essere spirituale è un universo, un universo sconosciuto dagli altri esseri spirituali!
E, allora, cosa ci lega, cosa ci fa sentire uniti, fratelli e simili per eredità divina? La provenienza dall'Unico Padre. Ma, come pure potete constatare nell'esperienza con i vostri figli carnali, ogni figlio ha la sua caratteristica, pur col medesimo corredo genetico. La legge, il richiamo del sangue, la consanguineità li fa fratelli e sviluppa l'amore. Pertanto, se manca questo riconoscimento di stampo spirituale, di provenienza divina, neanche la consanguineità, neanche la fratellanza di stampo umano sancisce l'amore, la pace e il rispetto reciproco.
Le conseguenze di un tale disconoscimento sono visibili quotidianamente nelle vostre cronache. Qual è dunque il correttivo che può fare andare meglio questo vostro mondo così travagliato, incentrato sull'egoismo, sull'individualismo? L'unico correttivo è quella presa di coscienza che ancora manca o che comunque non è costantemente presente nei vostri fratelli, la presa di coscienza dell'origine divina di tutti gli uomini, di tutti gli esseri, di tutte le creature dell'Universo, assieme alle prerogative che Dio ha dato a tutti in eguale misura. Ma è soltanto la volontà della creatura, la sua determinazione, a far luce su di esse, a farle emergere e così diventare concrete.
Non esiste una creatura che ha più requisiti di un'altra creatura! Né requisiti, né potenzialità. Non esiste l'uomo migliore, l'uomo perfetto e l’uomo imperfetto! La perfezione, già insita in ogni essere, è da riscoprire. Non esiste l'uomo infelice e l'uomo felice perché fortunato!
La fortuna non è la dea bendata che sceglie un tizio anziché un altro. La fortuna, come sua presenza, ha tanti volti e tanti aspetti e non si può riferire solamente a un benessere economico che alcuni raggiungono e ad altri è negato.
La fortuna è, senz'altro, quando si vive con gioia e con gratitudine verso la vita!
La fortuna è sapere apprezzare ed essere contenti di quello che si ha, di quello che si possiede, di quello che si è realizzato.
E poi, fratelli, non è forse una fortuna avere noi come vostri consiglieri, come vostre guide spirituali, alle quali potete sempre rivolgervi e sulle quali poter fare sempre affidamento?
Se continuerete a non farvi irretire e attirare dagli stereotipi del consumismo, dalla ricchezza, continuerete ad essere contenti del vostro stato e a non percepire più alcuna sofferenza, alcun rimpianto per ciò che apparentemente vi manca.
Noi che leggiamo nei cuori di tanti altri fratelli, molto più ricchi, più pieni di cose, di oggetti, di possedimenti, possiamo dirvi che nei loro cuori c'è un vuoto incolmabile, un vuoto sempre più profondo che essi stessi cercano di colmare, di riempire con la ricchezza materiale.
Siamo certi, fratelli - e siatene convinti anche voi - che il Padre nostro non farà mancare mai niente ai propri figli nei riguardi dei loro bisogni essenziali, i bisogni veri, e sarà sempre così, come vi ha lasciato detto il Cristo Gesù, suggerendovi la preghiera del ”Padre Nostro”.
Che altro dirvi, fratelli, se non raccomandarvi di tenere sempre alto il vostro morale e di non avvilirvi mai, di non accasciarvi, di non perdere mai di vista quel potere immenso che è in voi, che è in tutti noi.
Addio, fratelli.
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